Alla fine di un bel ponte dell'Immacolata passato fuori o a fare acquisti, domenica 11 su IRIS alle 23 va in onda 'La versione di Barney'
Barney, ebreo canadese, conduce una vita un po' scomposta e sopra le righe collezionando, pur essendo un bravo produttore televisivo, sbornie e fumate di sigari. Viene preso di mira da un detective per l'omicidio di un suo amico e, dopo anni finalmente, si deciderà a dare la sua versione dei fatti. Film che vi consiglio di vedere attentamente specialmente sul finale. Diretto da Richard J. Lewis, è la trasposizione cinematografica dell'omonima opera letteraria di Mordecai Richler, compianto autore canadese in grado di ironizzare su un'intera comunità – quella ebraica – rimarcandone vizi e stranezze, punti deboli e caratteristiche meno evidenti. Un'abilità e un coraggio, quelli di Richler, e contenuti, quelli del suo romanzo, che hanno creato a Lewis non poche difficoltà nel lavoro di trasposizione. A incarnare meglio del protagonista, Paul Giamatti, la straordinarietà espressiva dello spirito yiddish è il padre che ha il volto di Dustin Hoffman, attore ebreo e per questo probabilmente emotivamente prossimo al Barney letterario e in grado di riconoscerne e impiegarne l'umorismo e la superiorità paranoide.
Mercoledì 14 sempre su IRIS alle 21,00 verrà trasmesso 'La Talpa' un film del 2011 con Gary Oldman, di Tomas Alfredson. E' un thriller che non ha nessuna delle caratteristiche tipiche del genere. Non aspettatevi l'azione, inseguimenti, movimento, la talpa è un film che punta sugli aspetti meno appariscenti della vicenda e in gran parte basato sul dialogo, forse un'opera più adatta a una messa in scena teatrale che a una sala cinematografica. Tratta dal romanzo di John le Carrè, l'opera si concentra su un periodo storico molto teso ni rapporti internazionali, quello della Guerra Fredda. Di mezzo c'è una presunta talpa, un infiltrato nei servizi segreti britannici che sta dalla parte dei sovietici e che potrebbe incrinare i preziosi rapporti di amicizia che ci sono tra il Regno Unito e i cugini d'oltreoceano. Nostalgico come tutti i film di spionaggio girati dopo la caduta del muro di Berlino il lavoro ha un andamento misterioso, freddo e quasi scostante e al di là dei colpi di scena. Illuminante per capire cosa succedeva prima del disgelo quando tutti avevamo paura della terza "guerra mondiale".
Venerdì 16 finiamo la settimana guardando su Rai Movie alle 22,55 un bellissimo film italiano: 'Scialla! (Stai sereno)'. Raramente succede che il cinema italiano, nel mare magno dei cinepanettoni, un po' defilato rispetto ai mostri sacri come Sorrentino e Garrone, diverse spanne sopra la commediola adolescenziale e il comico medio, riesca a sfornare dei piccoli gioielli. Accade nel modo più delicato possibile, senza troppa pubblicità, purtroppo, col risultato che spesso questi gioielli passano quasi inosservati o sono pesantemente sottovalutati. La storia è quella di un ragazzo e di un professore: entrambi emarginati (per scelta o necessità), entrambi soli, entrambi più preziosi della patina che si sono costruiti per difendersi dalla noia e dalla strada. Non c'è poi molto intorno a questi due personaggi ed è questo il perché, volutamente, il film si concentra solo su di loro. Lo fa con amore, con una sceneggiatura mai sopra le righe, mai banale, forse leggermente buonista ma in modo giocoso, divertito, che fa dimenticare qualche ingenuità comunque rara. Il genere è paragonabile al neo-neorealismo, in cui tutto è piccolo, marginale, tranquillo, disegnato senza sbafature, volgarità, eccessi di stile o di costruzione, ma dove basta una frase, un gesto, per farci battere il cuore, ridere, pensare a quanto è densa, ricca, straordinaria questa bassa, media, triste umanità di borghi e sobborghi.
Attenzione... il Natale si avvicina: siete pronti?
Tiziana Tuzza