'A Saint-Pierre una comunità sofferente'

Il primo comune valdostano sciolto per mafia ha ospitato una conferenza di Libera Valle d'Aosta con don Ciotti

 

Conferenza di LiberaSAINT-PIERRE. L'associazione Libera Valle d'Aosta, ha organizzato a Saint-Pierre un incontro con Don Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele di Torino e Leonardo Ferrante, responsabile del settore anti corruzione dell'associazione. L'incontro era a conclusione della "Giornata di Libera" iniziata la mattina nei giardinetti del borgo.

La scelta del comune, sciolto per infiltrazione mafiosa, è stata patrocinata dai commissari del Ministero dell'Interno, rappresentati da Giuseppe Zarcone che ha avviato la conferenza.

Il funzionario ha illustrato brevemente cosa consiste il provvedimento di scioglimento per infiltrazione mafiosa di un'amministrazione pubblica e le interdittive a partecipare a pubblici appalti di imprese sospettate di infiltrazione mafiosa. In Valle d'Aosta sono state iscritte in quella che viene chiamata black list cinque imprese perché a loro carico sussistevano elementi tali da far presumere l'infiltrazione mafiosa. Come ha detto il commissario, sono provvedimenti "pesanti", ma necessari se si vuole preservare una società, una comunità dall'infiltrazione mafiosa.

Il funzionario ha parlato di una comunità sofferente per ciò che è accaduto, ma ancora sana e che ha le capacità per difendersi da un grave e pernicioso fenomeno criminale.

Don Ciotti ha sottolineato la necessità di "fare verità", di avere il coraggio di guardare e capire ciò che accade anche se questo comporta sofferenza. Il vergognoso atteggiamento del negazionismo anche davanti a richiami forti da parte di istituzioni (chi non ricorda le reazioni alla commissione parlamentare antimafia o il documento finale della commissione regionale dopo l'inchiesta Tempus Venit) ha fornito la possibilità alla mafia di infiltrarsi nella società valdostana. Il silenzio, l'indifferenza, la mancata conoscenza sono alla base di ciò è più caro alla mafia: "l'omertà". Eppure i segnali ci sono stati, sono stati sottovalutati, non compresi. Il più eclatante è stato il gravissimo attentato al Pretore Selis che per puro miracolo era rimasto illeso dall'esplosione della sua autovettura.

Conferenza di LiberaDon Ciotti ha terminato l'intervento con la supplica di Paolo VI ai brigatisti in occasione del rapimento dell' onorevole Aldo Moro: "...in ginocchio vi imploro liberate l'onorevole Aldo Moro", atteggiamento ripreso da Papa Francesco in occasione dell'incontro con i famigliari delle vittime della mafia in cui il Papa si è rivolto alla "maggioranza assente", i mafiosi, chiedendo loro di convertirsi, dando loro la mano per salvarsi altrimenti li aspetta l'inferno.

Il dott. Leonardo Ferrante ha continuato la conferenza partendo dalla sofferenza che vive la popolazione di Saint-Pierre a seguito del provvedimento di scioglimento del comune. La sua analisi è partita dalla descrizione delle fasi dell'elaborazione del lutto della psicologa Kübler Ross del 1969: lo shock, la negazione, il rifiuto, la rabbia, la ribellione, con la conseguente biforcazione, da una parte la depressione, dall'altra il superamento e la speranza. La comunità di Saint-Pierre è stata paragonata a una persona che vive un lutto. 

Come ridare speranza e fiducia a una comunità che ha subito lo scioglimento del comune? È necessario che il tempo di commissariamento sia utilizzato per creare l'impermeabilizzazione al fenomeno mafioso. Per questo è necessario la creazione di una cittadinanza attiva che vigili e difenda il proprio territorio, in Valle d'Aosta particolarmente bello. Il controllo diffuso è demandato a tutti i cittadini, che devono interessarsi a come saranno utilizzati i fondi e come saranno organizzati i servizi, è un diritto dovere di ogni cittadino. Esistono gli strumenti che permettono ai cittadini di conoscere, l'Amministrazione ha il dovere di informare ed essere trasparente. Ci si deve rendere conto che la mafia è silente, fa sempre meno uso alla violenza, fa sempre più uso della corruzione, opera dietro le quinte, in silenzio, senza fare rumore. E' necessario uscire dallo stereotipo del mafioso che non esiste più.

Il cittadino ha il diritto di conoscere come vengono utilizzati beni confiscati che ritornano alla collettività. I comuni sono obbligati a pubblicare il piano triennale . La legge prevede che il piano sia l'effetti di un'analisi condivisa con i cittadini e non come è stato scritto dalla regione Valle d'Aosta: "non è stato arrestato nessuno per corruzione quindi la corruzione non esiste".

Libera ha intenzione di mettere in atto una serie di iniziative pubbliche per aiutare a prendere coscienza dei nostri strumenti perché lo scioglimento in Valle non capiti più.

La conferenza è terminata con lo spettacolo dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia.

La conferenza, che da alcuni è stata bollata come “banale con scarsi contenuti”, a mio parere ha fornito interessanti spunti di riflessione. Particolarmente interessante è stato l'illusione che il problema dev'essere delegato a qualcun'altro. La Mafia esiste perché ha trovato terreno fertile su cui crescere. Le Forze dell'Ordine si muovono nell'ambito della legge penale, il resto spetta alla comunità. Come spiegava un P.M. della Procura di Aosta: "non tutto ciò che immorale è penalmente perseguibile".

Nessuno chiede che la popolazione si trasformi in spie della Stati, ma è necessaria una maggiore consapevolezza del fatto che "il comune dove vivo è anche mio". È come quando si scopre una malattia: il medico fornisce la terapia, ma è compito della persona malata mantenere uno stile di vita giusto per evitare che la malattia peggiori. E negare non è mai servito a guarire.

 

Cesare Neroni

 

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