Lavori conclusi in appena un giorno e mezzo. Pesa l'incognita sui 99 milioni di euro da dare allo Stato
AOSTA. Il Consiglio regionale ha concluso questa mattina i lavori di approvazione delle leggi sul bilancio. Ciò che normalmente richiedeva tre o quattro giorni di interventi, spiegazioni e repliche è stato portato a termine in tempi insolitamente brevi, appena un giorno e mezzo. E' l'effetto della totale incertezza dei 99 milioni di euro che la Valle d'Aosta potrebbe dover dare allo Stato con l'emendamento alla legge di stabilità che sarà esaminato dalla Camera.
Questa incognita è stata al centro di numerosi interventi da parte della minoranza. Fabrizio Roscio (Alpe) ha parlato di un bilancio a fini elettorali: «non c'è nessuna certezza per il futuro oltre le elezioni: noi speriamo che il presidente Viérin abbia un punto di caduta e non stia camminando al buio, sarebbe pura irresponsabilità fatta con i soldi dei cittadini. Questo bilancio è una sorta di partita di giro tra i vari assessorati, un documento inconsistente, che guarda a soddisfare esigenze immediate ma senza prospettiva politica».
Per Roberto Cognetta (M5s) il documento portato in aula contiene «numeri fasulli, non ha certezza di entrate e non può essere votato né emendato. È il momento di lavorare seriamente, non pensare solo al raggiungimento del 42% per le prossime elezioni. Politicamente questa Regione ha fallito, l'autonomismo declinato in questo modo ha fallito».
«Per ogni assessorato sono riportate cifre in aumento: comodo farlo quando non si ha certezza delle risorse - ha affermato Stefano Borrello (Ac-Sa-Pnv) -. E se dovessimo restituire cento milioni? La Giunta Marquis per la predisposizione del Defr, visto che non si avevano certezze, aveva accantonato i soldi in attesa di risolvere il contrasto con lo Stato a marzo 2018. L'attuale bilancio invece è privo di copertura finanziaria».
Nei diversi interventi la maggioranza ha invece più volte legato l'approvazione del bilancio alla difesa dell'autonomia. Il capogruppo dell'Uvp, Nello Fabbri, ha affermato che la finanziaria «dimostra come il Governo si sia fatto carico delle esigenze sociali ed economiche attraverso un continuo confronto con le parti sociali, in modo da costruire un documento finanziario che tenesse conto delle criticità e delle aspettative che affioravano. Un documento costruito su dati oggettivi, che esprimono indirizzi di governo economici, sanitari, sociali, culturali. L'approvare oggi senza sentirci sub iudice o condizionati dalle istituzioni centrali è un'affermazione di quell'autonomia di cui ci sentiamo orgogliosi eredi.»
Augusto Rollandin (Uv) ha dichiarato che «a non certezza è legata all'interpretazione che viene data alla partecipazione della Regione al risanamento della finanza pubblica: per il 2018 non c'è nessun vincolo che dica che la Valle d'Aosta debba versare la somma allo Stato, e questo è stato confermato a varie riprese da tutti coloro che sono stati interpellati ai vari livelli», ha assicurato Augusto Rollandin (Uv).
Secondo l'assessore alle attività produttive Jean-Pierre Guichardaz (Pd-Svda) «aspettare la fine della partita parlamentare non sarebbe serio. Non rinunceremo certo a far valere le nostre prerogative, anche in ossequio al principio di leale collaborazione tra Stato e Regione. Non si può dire di aver allocato risorse in misure di portata elettorale: riferendomi all'assessorato di cui mi occupo, tre milioni per la bonifica dell'area Cogne non vanno a vantaggio di pochi. Ma anche gli investimenti per gli insediamenti industriali portano effetti positivi al tessuto produttivo e all'occupazione. Abbiamo predisposto fondi per il bon de chauffage, per la formazione attraverso il Fondo sociale europeo. Questi e altri investimenti non vanno a vantaggio mio personale o a fini elettoralistici, ma portano benefici all'intera comunità valdostana.» ha aggiunto.
Elena Giovinazzo