Il nuovo esecutivo valdostano è operativo, ma autonomisti e progressisti hanno ancora molto di cui discutere
AOSTA. La Valle d'Aosta ha un governo regionale che può lavorare nel pieno delle sue funzioni. L'attesa è durata quasi un anno durante il quale una Giunta a metà - reduce da dimissioni per inchieste sul voto di scambio con la 'ndrangheta - ha guidato la Valle d'Aosta dividendosi tra l'ordinaria amministrazione e una situazione sanitaria ed economico-sociale che di ordinario ha nulla.
La certezza dei franchi tiratori
La Giunta Lavevaz, la 33esima della Valle d'Aosta, è entrata oggi in carica con l'elezione in Consiglio Valle riunito con un quarto dei suoi componenti collegati in via telematica per il Covid. Ancora una volta il voto dell'aula ha riservato qualche sorpresa poiché Lavevaz e i suoi assessori sono stati eletti con 20 voti, uno in meno rispetto al numero dei consiglieri che compongono la maggioranza.
La presenza di un franco tiratore "non credo che sia da leggere come un segnale particolare", ha commentato poco dopo il neo presidente della Regione Erik Lavevaz (video)
Lavevaz mediatore tra le due anime della maggioranza
È certo che il compito dell'unionista di governatore e di mediatore tra le due anime che compongono la maggioranza sarà complicato.
Su alcuni temi autonomisti e progressisti sono concordi e su altri sono riusciti ad avvicinare i punti di vista, però su altre questioni le visioni sono molto diverse se non addirittura opposte. L'accordo politico raggiunto un paio di giorni prima dell'inizio della legislatura si pone su una base non del tutto definita e lo si nota chiaramente leggendo il programma illustrato dal neo presidente Lavevaz ieri mattina.
Un dossier importante come il Casinò di Saint-Vincent non è citato nemmeno una volta. Sui collegamenti intervallivi e sulla delicata questione Cime Bianche non c'è una indicazione chiara bensì soltanto una superflua precisazione sul fatto che "il Consiglio regionale manterrà il ruolo centrale nelle scelte definitive da assumere". Non è riportata chiaramente nemmeno la riforma istituzionale fortemente voluta dalla componente di Rete Civica del PCP, ma non condivisa da tutti.
È evidente insomma - come ha fatto notare anche l'opposizione in aula negli interventi che si sono susseguiti tra ieri e oggi - che non tutte le divergenze sono state appianate e che progressisti e autonomisti, e anche gli autonomisti al loro interno, hanno ancora molto su cui discutere.
Possibili appoggi dall'opposizione
Lega e Pour l'Autonomie durante la prima seduta del Consiglio regionale hanno annunciato disponibiiltà al confronto su certi temi e su argomenti condivisi e da parte del neo presidente Lavevaz è arrivata la sollecitazione a lavorare tutti assieme. Non è esclusa che, vista la situazione particolare, l'intera aula possa partecipare alle decisioni da prendere come accaduto con le ultime leggi della precedente legislatura, quelli sugli aiuti Covid, che sono state predisposte in Commissione. Almeno a parole, la disponibilità c'è da entrambe le parti.
Prioritario dare un governo alla Valle d'Aosta
Al di là di tutto al momento l'obiettivo più pressante è dare un governo alla Valle d'Aosta che operi con pieni poteri. C'è un'emergenza sanitaria che sta travolgendo il mondo e ci sono le pesanti conseguenze sociali ed economiche da affrontare. Ci sono scelte imminenti e difficili da fare.
Marco Camilli