Valle d'Aosta: medici, infermieri e OO.SS in fuga. Intervista a Mauro Baccega

 Il consigliere regionale di FI sulla legge che assegna indennità economiche per attirare personale sanitario

 

Mauro Baccega

Il consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato una nuova legge che tenta di combattere la fuga del personale della sanità valdostana erogando una indennità che rimpolpa lo stipendio di chi è assunto. Due gli obiettivi, uno strettamente legato all'altro: rendere la Valle d'Aosta più attraente per coloro che lavorano nella sanità e dunque poter assicurare ai valdostani l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza.

Il testo di legge è passato a maggioranza con la critica rivolta dall'opposizione di limitare il suo intervento a due categorie: medici e infermieri.

«Per noi è giusto dare un riconoscimento stipendiale a medici e infermieri per il loro impegno, ma loro non sono gli unici lavoratori che si spendono in sanità». Lo afferma Mauro Baccega, attuale consigliere regionale di Forza Italia, ex assessore regionale alla Sanità. 

Commentando il disegno di legge, Baccega spiega: «Abbiamo cercato di migliorare il testo presentato dalla maggioranza intervenendo sulle problematiche che abbiamo individuato. In Commissione abbiamo audito tutte le categorie di lavoratori che operano nella sanità e tutte hanno parlato di una legge iniqua. L'assessore alla Sanità - prosegue il consigliere regionale - ci aveva detto che la somma di 27.900.000 euro stanziata per tre anni era una stima dell'Usl, ma poi l'Usl ci ha comunicato che si trattava di una valutazione in esubero. Avanzavano quasi 2.349.000 euro. Abbiamo quindi proposto in Consiglio regionale, con un emendamento prima e una risoluzione poi, di estendere l'indennità alle altre categorie che operano in sanità: Oss, amministrativi, tecnici e così via». L'emendamento non è passato, la legge sì.

«La norma è passata 18 a 17 votando una risoluzione che impegna la Giunta ad approvare un uguale provvedimento anche per le altre categorie. Attenzione però - sottolinea Baccega -: l'assessore si era già impegnato a febbraio a predisporre una misura che andasse a salvaguardare tutte le categorie, oltre a medici e infermieri».

Sulla sanità tuttavia il consigliere regionale di minoranza sottolinea che il problema va ben oltre le misure di attrattività rivolte a una o più categorie. Ci sono le liste di attesa lunghissime, argomento che sarà affrontato nel prossimo consiglio regionale, e poi «vediamo che i concorsi vanno deserti e che ci sono ancora dimissioni tra medici e infermieri. Credo si debba lavorare in una direzione diversa: capire perché questi professionisti se ne vanno. Secondo noi - afferma - sarebbe opportuna un'indagine sul benessere organizzativo nell'ospedale e sul territorio per conoscere come si sta all'interno dell'Azienda. Servono risposte mirate per intraprendere delle nuove scelte e offrire in futuro una sanità in grado di garantire i Livelli essenziali di assistenza». 

Ma il problema non potrebbe essere più esteso? Riferito cioè non solo alle difficoltà del mondo sanitario bensì, in generale, alle opportunità offerte dalla Valle d'Aosta per esempio in termini di possibilità di fare carriera o, pensando oltre all'orario lavorativo, alle possibilità di svago personale? «È un punto di vista - afferma Baccega -. Io credo che in Valle d'Aosta si viva bene, ma questo è un discorso di più ampio respiro. Parlando di sanità, per far crescere l'attrattività è necessario il benessere lavorativo e nei rapporti interpersonali. Se queste condizioni sono rispettate, non ci sono problemi. Ormai però si è sparsa la voce di un'alta conflittualità nella sanità valdostana. Ecco perché molti arrivano in Valle d'Aosta e poi se ne vanno. Faccio l'esempio del primario di Oculistica che avevamo fino a due anni fa: portava mobilità attiva molto significativa anche per le casse dell'Usl valdostana, ma ad un certo punto è andato via. Stessa cosa per Urologia, e così molti altri».

Altre soluzioni tentate in passato non hanno avuto un grande successo, afferma ancora il consigliere di FI. «Abbiamo attivato dei contratti a tempo determinato per superare la problematica dell'esame di francese, ma anche questo non pare dia delle risposte importanti. C'è bisogno secondo noi di una nuova azione organizzativa», conclude Baccega.

 

 

 Marco Camilli

 

 

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