Sul futuro dell'acciaieria: «ha bisogno di risposte dall'Europa per poter essere competitiva. Noi garantiamo attenzione e supporto»
Luigi Bertschy, vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Formazione, Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile. Da quanto tempo fa politica?
«La politica è una passione della mia vita. L'aveva anche mio papà che non ha potuto esercitarla in forma diretta e io l'ho ereditata da lui, prima partecipando da giovane nell'Union e poi diventando amministratore per quasi diciotto anni del mio paese, come vicesindaco e sindaco. Poi sono arrivato in Consiglio regionale nel 2013 fino a questa ulteriore elezione. Seguo questo impegno con molta umiltà. Ogni volta che si riparte mi metto a disposizione di quello che ritengo sia un servizio nei confronti dei cittadini e delle imprese. La prima cosa che sento di trasmettere è che chi sta nella pubblica amministrazione deve sapere che si lavora dentro le istituzioni per servire i cittadini e per restituire il miglior servizio possibile».
Lei occupa un assessorato importante con deleghe delicate. Parliamo della Cogne Acciai Speciali. Ciò che accade a Taranto e Genova potrebbe accadere ad Aosta? E se accadesse, con quali conseguenze per le famiglie?
«Bisogna distinguere i ruoli: ci sono azioni politiche che possono avere delle conseguenze concrete e dirette e altre azioni che sono a supporto. Cogne è un'azienda di fondamentale importanza: quello che dobbiamo fare, in termini politici, è favorire il più possibile il suo sviluppo in ambito locale, non potendo ovviamente agire all'interno della società che è privata. Con la società e le forze sociali abbiamo un dialogo importante e abbiamo sempre cercato di sviluppare azioni a sostegno di tutte le imprese, compresa la Cogne. L'acciaieria, come tante altri grandi imprese europee, ha bisogno di risposte dall'Europa per poter essere competitiva sul mercato globale. Noi garantiamo politicamente presenza, attenzione e supporto. Se dovessero esserci difficoltà, agiremo anche in collaborazione con le autorità nazionali. Ci sono stati problemi di export legati alla crisi economica generale in corso in Europa e alla crisi dell'automotive e speriamo che tutto questa possa iniziare a trovare una soluzione. Al momento abbiamo l'interesse a lavorare per far sì che la Cogne possa avere, anche nei prossimi mesi, risposte positive».
Capitolo trasporti. Abbiamo una ferrovia che si spera tornerà in funzione. I tempi del cantiere di elettrificazione sono in linea con le previsioni?
«La ferrovia è sempre rappresentata in modo sempre un po' negativa, ma per fortuna ci sono investimenti e questo vuol dire che l'infrastruttura ha un futuro. I lavori stanno procedendo bene e a dicembre faremo un ulteriore sopralluogo per fare il punto della situazione e per far sì che a dicembre 2026 possa tornare a funzionare. Nel frattempo abbiamo lavorato per risposte sul piano locale, con servizio di emergenza su gomma che ha dato buonissime risposte. Rispetto ai collegamenti con altre regioni abbiamo anche sostenuto un sistema di abbonamenti sulle linee per Milano e Torino. Abbiamo collegato gli aeroporti di Malpensa per tutto l'anno e Caselle per la stagione invernale e stiamo traguardando a un progetto interessante per il futuro: si stanno aprendo prospettive per portare interessi in Valle d'Aosta da parte di Trenitalia/Rfi con progetti di servizi di entrata tipo Intercity. C'è quindi un'attività di programmazione che si svilupperà nel corso dei cinque anni per avere un'infrastruttura molto più performante di quella di oggi».
Aeroporto e terminal. A che punto sono i lavori?
«L'aeroporto è in funzione e dà grandi risultati in ambito di protezione civile, soccorso, volo libero e sportivo. Riguardo all'aerostazione, voluta dagli anni 2000 per avere una struttura più adatta ai progetti di sviluppo commerciale, i lavori sono ripresi e sono in via di completamento. A partire dalla prossima estate dovrebbero iniziare a essere venduti i primi voli commerciali nazionali ed europei da e verso la nostra regione».
Le elezioni del 2025 sembrano quelle con il maggior numero di ricorsi. Tante spade di Damocle che pendono su questa amministrazione. Non è questo anche un segnale di insofferenza da parte degli elettori?
«La gente propone ricorsi così come una parte di gruppi e movimenti politici. La democrazia si sviluppa anche attraverso azioni come queste. I ricorsi fanno inoltre parte della cultura del nostro paese. Sul piano politico l'Union Valdôtaine ha avuto un grosso risultato: è l'unica forza ad aver riunito le realtà autonomiste e questo è stato premiato dall'elettorato, a differenza di altre realtà che si sono disgregate. Sappiamo che bisogna continuare a lavorare per dare risposte ai cittadini. Attraverso le risposte si può costruire un interesse verso la politica. Gli elettori premiano la serietà e la competenza, non solo da noi ma anche in altre regioni, e la continuità del lavoro. La gente è stufa di slogan e divisioni e vuole vedere persone al lavoro. Chi è eletto deve dimostrare di conoscere i temi e di impegnarsi per una visione politica che sappia governare in maniera positiva e costruttiva, e che sappia affrontare con determinazione le grandi sfide che la nostra regione deve raccogliere come opportunità e mai come un problema».
Marco Camilli
(modificato il 25/11/2025)


