Dubbi della minoranza: "semplificazione sarà solo per le Amministrazioni"
AOSTA. Le semplificazioni sull'agibilità degli edifici sono legge. Con 27 voti a favore e il "no" di Alpe, M5s e Misto, ieri il Consiglio Valle ha approvato il disegno di legge che modifica la normativa regionale urbanistica del 1998.
Nel corso del lungo iter in Commissione, durato sei mesi, il testo ha subito delle modifiche. Quello approvato snellisce l'iter amministrativo «attraverso l'introduzione - ha spiegato il relatore Isabellon - della "segnalazione certificata di agibilità" (SCIA), ovvero l'agibilità non viene più richiesta ma è dichiarata al Comune dal committente che, quindi, può utilizzare la costruzione immediatamente (che siano appartamenti, autorimesse, attività produttive e commerciali), a far data dalla presentazione della segnalazione stessa senza dover attendere la conclusione del procedimento». La legge disciplina aspetti che finora erano lasciati alla normativa statale e, a differenza di quest'ultima, regolamenta situazioni particolari come il caso di assenza del certificato di collaudo statico o il caso di edifici esistenti privi del certificato di agibilità.
La minoranza ha espresso più di un dubbio sull'efficacia del provvedimento. Secondo Elso Gerandin (Misto) «la bozza della delibera applicativa è tutto meno che semplificativa della vita ai cittadini» e per Fabrizio Roscio (Alpe) «la semplificazione sarà più a favore dell'Amministrazione che del cittadino e le incombenze che graveranno sui singoli saranno onerose dal punto di vista economico e sotto il profilo burocratico».
Nella replica l'assessore al territorio e ambiente Luca Bianchi ha lasciato aperta la porta ad eventuali modifiche: «Nel tempo - ha detto - valuteremo se ci saranno dei cambiamenti da apportare, ma credo che oggi possiamo ribadire come si tratti di un testo normativo che va verso la semplificazione e verso i cittadini.»
Per l'assessore alle Opere pubbliche Mauro Baccega il provvedimento «va nella direzione di dare risposte concrete, anche in settori dove c'era un certo vuoto normativo. Un disegno di legge quindi non travagliato ma partecipato, al fine di produrre uno strumento utile per i professionisti e per i cittadini.»
E.G.